La convivenza sempre più stretta con i cani ci ha portati a mutare il rapporto con loro nel corso del tempo: da semplici animali sono passati ad essere veri e propri membri della famiglia, la relazione è diventata sempre più intima e sono radicalmente cambiate le basi su cui si fondava.
Come dovrebbe essere impostata una buona relazione? Partiamo dall’inizio:
Nello sviluppo di un buon rapporto bisogna tenere presente che i cani non percepiscono e non vivono il mondo nello stesso identico modo in cui lo viviamo noi, gli stimoli vengono elaborati in modo diverso e la loro sfera comunicativa è molto ampia.
I tempi sono cambiati così come il nostro modo di vivere e di conseguenza il mondo che i cani si trovano a dover affrontare, un mondo spesso molto frenetico che li riempie di informazioni che non sempre hanno il tempo necessario di elaborare. Il ruolo del proprietario diventa quindi fondamentale per fornire al cane i giusti strumenti per relazionarsi con l’ambiente.
Un cane che obbedisce perché ha paura di noi o perché non ha alternativa può dare al proprietario la sensazione di avere raggiunto lo scopo di avere un cane “educato”, ma è un modo distorto di interpretare l’educazione in quanto si tratta di mera imposizione che soddisfa solo le esigenze dell’essere umano facendo passare il cane in secondo piano senza curarsi del suo stato emotivo e delle sue esigenze in quel momento.
Avere un cane che si comporta in un determinato modo perché ha fiducia in noi, perché gli sono stati forniti gli strumenti necessari per ragionare e collaborare, perché abbiamo dimostrato di essere in grado di capirlo, ascoltarlo e prendere buone decisioni: questa è una Relazione.
